LA PARABOLA DELL’EVOLUZIONE ANTROPOMORFA


Coppia di animali antropomorfi
Cari amici, qui di seguito pubblico un breve brano tratto dal mio romanzo, sperando di farvi sorridere.
Il dolce signor Niente è un giallo ma quello che ho deciso di inserire qui è un contrappunto, una "controscena", la storia inventata e raccontata da uno dei personaggi.

«Alle origini del mondo solo Dio (leggi Allah, Budda, Jahve, Geova nelle diverse traduzioni) possedeva le chiavi del grande laboratorio di genetica (“Costruzioni ex novo e riparazioni, anche fuori garanzia”). Dio amava gli animali: con impegno li aveva prima inventati solo sulla carta, copiandoli abbastanza fedelmente dai peluche che aveva avuto nella culla, e poi finalmente, dopo quasi quattro giorni (che per Dio sono tantissimi, a Lui basta un giorno per dividere terra e cielo, figurati impastare qualche miliardo di Maxi Trudi, uff!) .... Comunque, dopo quattro giorni li aveva effettivamente creati, popolando la nuovissima Terra di migliaia di forme e colori animati. Egli amava tanto i suoi animali e il suo preferito era la scimmia; gli sembrava il più assurdo, il più bizzarro di tutti: non strisciava, non volava, raramente camminava su tutte quattro le zampe. E sì, era assolutamente diverso da ogni altro: non assomigliava proprio a niente, assolutamente a niente che avesse mai creato prima. Si affezionò tanto a gorilla, scimpanzè e cugini che non capiva perché questi un giorno sarebbero dovuti morire come mostravano i documentari. Credendo di non poter sopportare un simile dolore ed un tale spreco (Dio è senz’altro il primo degli ecologisti) decise di rendere la sua specie prediletta immortale.
Avrebbe voluto farlo con tutti gli animali, ma la terra si sarebbe velocemente riempita sino alla saturazione e questo gli sembrava sinceramente troppo, anche per Dio. Decise quindi di fare l’inestimabile dono solo alla scimmia e di non creare più nessun animale ex-novo, sicuro di aver già raggiunto il massimo divinamente possibile. Nel giro di pochissimi anni però, gli altri animali cominciarono a risentirsi, il clima di scontento dell’opinione pubblica era palpabile in ogni ambiente sociale e alcuni cominciavano a tacciarlo di abuso di potere e nepotismo.

Dio, a causa di quel suo brutto difetto di voler piacere sempre a tutti, cercò quindi una soluzione e accettò il consiglio del Varano. Il Sommo però non si avvide di una crudele evidenza: il Varano, che fino a prima della creazione della scimmia era considerato da Nostro Signore di certo il più bello e il più signorile tra le bestie, non vedeva l’ora di riprendersi il primato, sbaragliando la concorrenza dei primati. Consigliò allora all’Onnipotente di permettere sì alle scimmie di vivere per sempre, a patto però che accettassero di invecchiare. E se tu sei ridotto così a trentaquattro anni, immagina cosa potrebbe succedere ad un gorilla dopo cento, cinquecento, mille anni.

Ma all’Altissimo (Dio è l’unico per cui non fai mai fatica a trovare sinonimi) non importava: era certo che avrebbe amato la sua migliore creazione in qualunque stato.

E così le scimmie cominciarono ad invecchiare, le loro unghie divennero più fragili, non ebbero più la forza di arrampicarsi, i denti diventarono più lisci e meno affilati, i loro peli si indebolirono e in fine caddero e le zampe anteriori diventarono così deboli per l’artrite e l’osteoporosi da non reggere più il loro peso finché, in un terribile giorno, le più anziane non furono costrette ad assumere la posizione eretta. Quando Dio si avvide di questo, si sentì terribilmente responsabile vedendo che cosa accadeva alle scimmie per un suo capriccio. Ripristinò subito la situazione iniziale e tutti gli animali tornarono ad essere mortali. Ma rimaneva ancora il problema di cosa fare di quegli esseri tanto brutti e spelati che nel frattempo rivendicavano una loro autonomia. Dio, nella sua infinità bontà, decise di far nascere da questi pochi individui una nuova specie, sicuro che, bruttini com’erano, avrebbero avuto la compiacenza di estinguersi da sé. Per farsi perdonare per il suo errore, in più, sempre consigliato dal Varano, mise questa razza a capo di tutti gli altri animali, il che dimostra senza ombra di dubbi che il Varano è un pessimo consigliere.

Oggi, poiché i nostri cromosomi tutto ricordano, i più sensibili tra noi non sono in grado di guardare i primati perché ci ricordano che a Dio, fra tutti gli infiniti sinonimi, non può esser dato quello di Lungimirante. La vista di una scimmia ci rende insostenibile la nostra bruttezza, perché è a causa di essa se siamo tornati ad essere mortali».

4 commenti:

  1. Stralcio simpaticissimo! =) Preannuncia un libro molto interessante! Complimenti!!
    Spero di riuscire a leggerlo presto!!

    http://bondgirlintechnicolor.blogspot.com

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    1. Cara Francesca, se ti mando una copia in PDF, avresti voglia di leggerlo?

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  2. Come già anticipato su fb, lo trovo geniale! Per quanto inizialmente accompagni il lettore verso quello che sembra un racconto amorale e cinico, il finale riserva una bella lezione di vita! E a mio gusto personale, credo sia questa la genialità di questa parabola!
    A prestissimo, Monia!

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