I-Taglia 38, il nostro magro paese

Domani ne parliamo in diretta su Ciao Como Radio, 89.4

I-Taglia 38, il nostro magro paese

In conseguenza della giornata mondiale del diabete, anche a Varese sono stati diffusi i dati su questa patologia: 200 nuovi casi l’anno, di cui il 10% sotto i 18 anni. Ora, lungi da noi voler puntare il dito contro quelli che il diabete ce l’hanno congenito, che se lo sono cuccati in eredità da padri e nonni che per tutta risposta non gli hanno poi lasciato manco la casa, ci rivolgiamo, e sia chiaro perché non voglio storie, solo a quelli che, come me (ma cerco di migliorare) fanno un unico pasto al giorno, ma di 12.000 calorie e ritengono che il telecomando del garage sia la più importante invenzione del XX secolo. Rivolgendoci a voi (a noi) ci viene il sospetto che sapendo bene a cosa si va incontro se si smette di produrre insulina, ci scapperebbe la voglia. La vita del diabetico non è semplice e, nel migliore dei casi, è quanto meno piena di fastidi, come fare le iniezioni quotidiane o bucarsi l’indice quattro volte al dì per misurare la glicemia. Se nonostante questi avvertimenti non avete voglia di seguire la dieta e diminuire gli zuccheri (non fate quella faccia innocente: di glucosio sono pieni anche pasta, pane e patate, non c’è bisogno di strafarsi di bignet!) sappiate che il rischio non è tanto quello di non entrare nell’agognata taglia 38 del nostro titolo ma piuttosto di entrarci con una gamba sola, l’unica che vi è rimasta dopo l’amputazione del piede diabetico. Non mi sembra il modo migliore per perdere peso….

Orgasmo e sudore

Nel dolce signor Niente c'è una canzone metal, con un testo un po' disturbante, specie nel finale...

Vattene padre da questo conato,
quel che ti resta è tempo sprecato.
Chiedi col sangue un aiuto di vento
lo sputo in faccia che vive un momento.
Bianchi ora sono i tuoi pochi capelli
mamma non ebbe neanche il tempo di quelli.
Scappa pappone, scavalca il muro,
qualcuno ti accoglie a calci nel culo.
Se è tua la colpa ormai me ne fotto,
la tua condanna è al piano di sotto.
All’inferno aspettami, all’imbocco del porto,
con la tua faccia da martire orco
Non credo a me tocchi sorte migliore:
uccidere una volta è stato un errore
tutte le altre orgasmo e sudore.

Anche la luna

Amici, vi regalo questo pezzetto del dolce signor Niente che mi commuove sempre un po'

"...Alberto era arrivato in ritardo: ora la sala era già piena, doveva sfilare davanti a tutti e presentarsi ad ognuno stando in piedi al centro; forse gli avrebbero chiesto di parlare un po’ di sé prima di decidere se si poteva accomodare e lui se ne sarebbe stato lì con tutti quei pacchi in mano, come un idiota. Ma perché diavolo aveva comprato tutta quella roba? Si sarebbe sentito in imbarazzo e avrebbe avuto voglia di scappare, come quando sua madre lo metteva al centro della stanza per aprire i regali di compleanno, con zie e cugine, tutte più grandi di lui, che gridavano e battevano le mani, esortandolo a distruggere la carta, finché qualche cugina, più intraprendente e più grassa delle altre, non si stancava di aspettare e cominciava ad aprire i pacchetti al posto suo, con un gesto di brutale violenza che ancora oggi lo faceva incazzare: avrebbe dovuto esserci la galera per chi faceva sentire un bambino così. Lui avrebbe voluto solo chiudersi in camera e scartare i regali uno ad uno, con la massima cura, senza sciupare l’involucro più del necessario e godendosi il momento in cui sai di aver in mano un oggetto tuo, ma ancora non sai cosa sia. Svelare i misteri con calma, assaporando l’idea che in quel pacchetto possa esserci qualunque cosa, anche la luna".

UN, DUE, TRE, SALTINO!

Un altro brano "a sè", tratto da Il dolce signor Niente
Buona lettura!

UN, DUE, TRE, SALTINO!


A: «Tu sai, amico mio, che le mie non sono esattamente favole, ma piuttosto parabole che, adattate alla vita quotidiana, ci permettono di sentirci spiritualmente edificati. In pratica, dopo aver ascoltato le mie parole, si è persone migliori: più buoni con gli altri, ma anche più attente verso sé stesse e ciò vale anche per quella che vado a raccontarti.

“In un paese piccolo piccolo piccolo, abbarbicato sul versante est di una montagnola bassa bassa bassa, viveva Saltino. Un ragazzetto come tanti altri, se non fosse stato che ogni tre passi faceva un saltino: destra, sinistra, destra, saltino – sinistra, destra, sinistra, saltino e così via, tutto il giorno da tutta la vita.
Viveva beato nel mondo incantato, sicuro della felicità aver trovato e di essere da tutti adorato.
Ma si sbagliava: al contrario, Saltino stava sulle scatole proprio a tutti.

"A lavurà!", ma è solo una fiction

I-Taglia 38, il nostro magro paese

Prima uscita per il mio signor marito dopo il fattaccio, e me lo trovo appoggiato ad una colonna di corso Matteotti che assiste ad un comizio della Lega. "U signùr, vuoi vedere che invece che in nefrologia me lo hanno ricoverato in psichiatria?".
"Sei matto? Vieni via. Se ti vede qulcuno! Dai, che qui ci conoscono tutti, andiamo a casa."
Nel mentre, per pura coincidenza, alle mie spalle sfreccia mia madre con il passeggino (Magica Trippi che si sporge dal mezzo perchè l'è parso di vedere la mamma) e burbera ringhia frasi tipo "Andate tutti a lavorare!" e scappa, letteralmente, corre via spingendo la bambina che mi guarda rassegnata.
E mio marito ride. "Ecco, è pazzo per davvero. Cosa faccio adesso? Lo chiudo in un istituto e racconto a tutti che fa l'inviato in Afganistan, mi scrivo delle finte cartoline imitando la sua grafia e me le faccio rispedire con il timbro mediorientale, a Natale mi compro una sciarpa un po' arabeggiante alla fiera dell'artigianato e dico che me l'ha spedita dal fronte..."
Intanto accanto a me un trentenne spiega, bonario, alla fidanzata evidentemente considerata l'ignorante di turno: "C'è Maroni". Ma Maroni non c'era ieri sera? Ma non c'ha niente di meglio da fare ora che è presidente della Regione?
E mio marito ride. Guarda il mio volto sempre più distorto dalla preoccupazione e ride.
Gli elementi ci sono tutti: mia madre che scappa con mia figlia, mio marito in evidente stato confusionale, la Lega. Ok, è un incubo!
Guardo il palco. Non riconosco nessuno tra i dieci che se ne stanno lì impettiti, tutti emeriti sconosciuti che aspettano che il tizio davanti ai microfoni inizi a parlare. Diamine quanto aspettano... Saranno già 5 minuti che stanno lì tutti fermi. E minchia come sono organizzati quelli della Lega! Sul palco c'è uno che dice alla gente esattamente dove deve stare: "Tu, mettiti a destra che sei troppo alto". "La signora la facciamo sedere che c'ha la pelliccia che riempie troppo". "Bruno! Fammene salire un'altro".
In più sembra un concerto tributo ai Village People: c'è l'operaio con il giubbotto rifrangente, l'uomo di fatica con il cappellino da baseball, la signora con i tacchi stile donna in carriera, se mo' sale anche il pellirossa è fatta.
E mio marito ride. Cosa cazzo ride?
"Cosa cazzo ridi?".
"Pagliaccia, ma non le vedi le macchine da presa?".
Vederle le vedo ma non capisco il discrimine. Ok, ci sono anche le tv.
"Ma ti sembra la tv? Ma non lo vedi che c'è anche la regia?".
Vederla la vedo
"Ma non lo vedi che è un'ora che sono fermi sul palco e non fanno nulla?".
Vederlo lo vedo
"È un set, una fiction di Sky".
Che solievo: mio marito non è pazzo (o maroniano), mia madre sta solo cercando di dare una giusta educazione politica alla nostra bambina e questo è solo un film.
Un film sulla Lega però! Incubo senza risveglio.

Ps In una cittadina di 50.000 anime, dove le buche stradali, il degrado e le targhe alterne sono gli argomenti più pruriginosi trattati dai giornali, per una volta che la notizia faceva quantomeno sorridere, visto quanti come me e mia madre hanno creduto fosse tutto vero...silenzio mediatico assoluto, almeno su internet. Non una parola su alcun giornale on-line (se non una foto con semplice didascalia sul Giorno). Cos'è, avete paura di far torto al Cavaliere parlando di una fiction su tangentopoli, per di più trasmessa dal canale del suo più acerrimo nemico?
Ps2 Murdok, non il Comunismo....