Noi mamme,

Che in auto ci suona l’allarme della cintura-passeggero, perché ci abbiamo appoggiato la borsa…
Che ci troviamo calze antiscivolo anche nelle mutande,
Che il tallone non entra mai nella dannata scarpina,
Che “una volta questo era il salotto!”,
Che in ogni lavatrice, di tuo c’è solo una camicetta e un paio di slip e di tuo marito un calzino. Uno solo, ovviamente. Per il resto sembra Zara Baby.

Noi mamme, che prima Bach e Disco Inferno e adesso: Il coccodrillo come fa, Le tagliatelle di nonna Pina e sempre, in secula seculorum, "solo non si vedono i 2 leocorni".

Noi mamme che conserviamo gelosamente misteri che mai sveleremo agli uomini. Come il metodo per infilare un guanto a una quattrenne,
Che quando diciamo ai nostri mariti “lascia, faccio io”, abbiamo quel tono odioso che sottende “levati, che non sei in grado”,
Che però quando vien bene, “chiedi a papà!”,
Che abbiamo aspettato con trepidazione che dicessero “mamma”, non sapendo che da quel momento in poi l’avrebbero detto in ogni situazione, perlopiù a sproposito : “mamma, la cacca!”, “mamma, l’acqua”, “mamma, non riesco!”, “mamma vieni!”. E addirittura: “mammaaaaaaaaa!” “Cosa?” “Dì al papà di venire…” .
Che almeno una volta ci siamo chieste se i figli si possono consumare a furia di baci.
Che ogni volta è la fase più bella di sempre, adesso perché sembra un bambolotto, adesso perché dice le prime parole. No no ora, perché dialoga!
Che quando eravamo solo figlie, guardavamo le nostre di madri e pensavamo “quando sarò mamma io, con il cavolo che mi comporterò così” e invece adesso ci sembra di non avere neanche la metà della pazienza che avevano loro.

Arrivederci Carlo, inguaribile italiano

Quando mi dissero che c’era da intervistare Carlo Fruttero, a cui era stato assegnato il premio Chiara alla cariera, non stavo nella pelle. Scambiai un personaggio politico decisamente più in vista, per incontrare quell’ometto piccolo e magro, su cui la vecchiaia stava già infliggendo notevoli tormenti. Era il 2007 e, a dispetto dei miei sforzi, il maestro alla premiazione non ci venne, era malato. In cambio però presenziò la figlia Maria Carla. E non rimasi delusa. Fu una lunga intervista piena di emozione in cui la signora Fruttero mi raccontò con amore filiale di come il padre fosse ancora scosso per la morte dell’amico e collega Franco Lucentini e di come si fosse rifiutato negli ultimi quattro anni di scrivere: non riusciva, «gli sembrava di lavorare con una mano e un emisfero solo» mi disse Maria.
Voglio ricordarlo con le parole che ha lasciato, come eredità spirituale, a Massimo Gramellini e, come fiotto di speranza, a tutti noi: «Per il nostro Paese stanno arrivando tempi duri. Bisogna che io non muoia. Non posso prendere congedo proprio adesso. Sarebbe una fuga. Ma vedrai, ce ne tireremo fuori anche stavolta. Non dimenticarti chi siamo… L'Italia, no?».
Lavoro di mamma, mamma che lavoro! Su Nova 24

Un piccolo link, per ricordarvi il mio minuscolo contributo al #lavorobenfatto. Con un grazie speciale a Vincenzo Moretti e alle altre super mamme che si sono lasciate coinvolgere...
E a fine aprile il progetto continua su Ciao Como Radio: alzate le casse!!!!