Il falso sillogismo della "Gamba in Mano"

Spronata dall'amica Sara, medico, torno a parlare della sanità varesina. La scusa è che due domeniche fa sono andata per la prima volta in vita mia alla guardia medica. Entro nel "corridoio d'aspetto" e sento, attraverso la porta dell'ambulatorio ovviamente spalancata, una dottoressa sui cinquanta, vestita come se dovesse andare all'Hollywood, sbraitare contro un paziente a causa del mal funzionamento del sistema elettronico per l'emissione dei certificati. Del resto, chi più del paziente poteva averne colpa!
Mentre aspetto comincio a domandarmi se, resa nervosa e fragile dal dolore, sarà più probabile che pianga io o che faccia piangere la dottoressa, come feci una volta con un impiegato delle poste, ma questa è un'altra storia.
Per fortuna non ho occasione di arrivare a scoprirlo perché la dottoressa, al culmine del nervosismo, scrive di getto un certificato su carta semplice, lo lancia al malcapitato paziente, porta il suo tacco 12 fino ad un ingresso con la scritta "divieto d'accesso" e, dopo aver salutato malamente, entra e sbatte la porta. Non la rivedemmo mai più.
Dopo una decina di minuti, ancora attoniti, incerti se bussare a quell'uscio, vediamo entrare dalla strada una nuova dottoressa, che ci sorride e ci invita a seguirla nell'ambulatorio. Sembrerebbe un colpo di fortuna, se non fosse per un particolare: la nuova dottoressa secca completamente la diagnosi che, fatta dal mio medico quasi una settimana dopo, mi impedirà di prendere i farmaci del caso perché "ormai è passato troppo tempo e devo lasciare che la malattia faccia il suo corso", con tutti i rischi di cronicità tipici della mancata cura.
L'amica Anna mi dice: "Hai sbagliato ad andare alla guardia medica, dovevi andare in pronto soccorso." Me la rido. Mi ricordo l'ultima volta che siamo andati, in PS, io e Fabry, co-protagonista adorabile di tutte le mie avventure. C'eravamo arrivati in ambulanza e il suo medico, che aveva chiamato per lui il 118, si era raccomandato di fargli avere la precedenza, perché temeva serie complicanze renali. Ovviamente abbiamo aspettato 9 ore, con lui che stava malissimo e io che morivo di paura. Quindi mi sono fatta l'idea che al pronto soccorso non siano tanto bravi a distinguere le urgenze, neanche se un altro medico gliele fa notare e mi sono chiesta: ma se arrivo al pronto soccorso con una mia gamba in mano, si accorgono che quello non è il suo posto?
Sillogismo: al pronto soccorso passi se hai un'ugenza, la "gamba in mano" è un'urgenza quindi passi. O no?
PS Vi prego, nessuno si tagli una gamba per dimostrare che ho ragione! (Ma se siete un medico del pronto soccorso e volete farlo per dimostrare che ho torto....)