I Barambani e la gita al mare


A marzo vanno a Varazze in giornata. Partenza all’alba? Macché! Mica sono in macchina alle 6 del mattino. No, loro comodi con la sveglia alle 8 “tanto alle 9 siamo in macchina”. Essendo i Barambani, non tengono in minimo conto il fatto che la barambina farà una colazione “antinausea” della durata di 55 minuti e il barambino inizierà a maledirli appena aperte le persiane, per poi risolversi ad alzarsi soltanto dopo 45 minuti di minacce.Però questa volta sono molto organizzati sul fronte abbigliamento. Memori delle loro avventure precedenti, escono di casa attrezzatissimi, con 2 zaini che basterebbero per una settimana in campeggio d'inverno. Hanno portato tutto. Proprio tutto: dal costume alla giacca da sci, dal fantasmino alla maglia termica. Hanno anche tenuto presente che il barambino, a causa dell'età e della malignità, potrebbe bagnarsi, sporcarsi, dimenticarsi di usare il bagno… e quindi hanno 4 cambi completi (che, come vedremo, si riveleranno comunque insufficienti!)




Dopo un po' la barambina comincia a lamentarsi della nausea e domanda: “quanto manca?” “2 ore e 59 minuti” risponde il padre senza traccia di ironia, “se ti giri, vedi ancora casa nostra”. Arrivano alla barriera di Gallarate (12 minuti dalla partenza) ed è subito chiaro che il traffico è completamente bloccato, sarebbero ancora in tempo per tornare indietro, ma no, il navigatore non segna ingorghi e quindi la barambani, device dipendente, nega l’evidenza fisica di una colonna infinita e prosegue altri 10 metri per trovarsi completamente bloccata sotto la sbarra del telepass. Non si può né procedere né retrocedere. Nel frattempo la barambina è verde ma i genitori ritengono che la stia mettendo giù troppo dura. Il barambino invece è una pasqua perché in coda accanto a loro c'è una bisarca. Fino a un anno fa, nessuno in casa Barambani sapeva cosa fosse una bisarca, ora invece... “guarda mamma c'è una bisarca!”. E “guarda papi, c'è una bisarca!”. E “guarda Ceci, c'è una bisarca”. Il barambino lo ripete 70 volte cadauno. Alla fine la Barambani ha accumulato tanta energia, che potrebbe scendere e rovesciarla, questa bisarca del ... ciuffolo. O meglio, vorrebbe aver detto “ciuffolo”, ma non ha fatto in tempo a fermarsi e ha detto proprio quella parola lì, "quella con la c". La barambina riesce infatti tra i conati a lanciare alla madre uno sguardo carico di disapprovazione e di evidente superiorità intellettuale.

Dopo aver accumulato circa un’ora di ritardo, riescono a ripartire ma dopo meno di 20 minuti la Barambina sembra davvero stremata. La madre, indomita, dopo averle offerto cracker, grissini e biscotti secchi, le rifila un sacchetto per vomitare e spera prenda bene la mira. Il barambani è più arguto e sentenzia “fermiamoci all’autogrill”. La moglie lo guarda come avesse sposato Einstein: lei non ci aveva minimamente pensato, lui è un genio! Poi, vero capo branco da Paleolitico, lui aggiunge: “Scendo io e le prendo qualcosa, voi state pure in auto”. Ma la barambina si impunta, vuole entrare alche lei. E qui loro dovrebbero insospettirsi, ma sono i barambani. Dopo 13 minuti durante i quali in auto madre e figlio fingono di informare torte attraverso il finestrino, cantano 26 volte “tanti auguri a te” e spengono altrettante candeline immaginarie, il restante 50% della famiglia si manifesta. Il padre garrulo (deve aver avuto un’idea geniale e risolutiva, o almeno crederlo), la figlia che ostenta nonchalance, in mano un cartoccio marroncino. Partono e la barambina comincia a scartocciare. La madre si gira: una focaccia farcita, fra le più unte che esistano, imbottita con un formaggio di tale grassezza da essere messo in commercio dagli stessi che producano farmaci contro il colesterolo. Alla madre cade il mento, la figlia la guarda come dire “che c’è, è contro la nausea”. Forse lui dopo tutto non è Einstein, ma più Fred Flintstone. Ma la moglie lo non lo critica, né lo giudica: i Barambani si apprezzano a prescindere. Finalmente, senza altri intoppi, arrivano in spiaggia. Il barambino prende la sua mini ruspa e per i successivi 60 minuti potrebbe anche non esserci, se non fosse per quel lieve “brum brum” che emette ogni tanto e i suoi “papi, sei il mio migliore amico” e “mamma, sei prigioniera dell’amore” che esclama ogni 10 minuti, dopo averli abbracciati forte.
Intanto la barambina ha avanzato le più incredibili richieste in materia di: cibo (sostiene che la focaccia fosse uno spuntino ed essendo già mezzogiorno, sia ora di pranzo…), abbigliamento (che vorrebbe eliminare completamente), giochi (che devono necessariamente coinvolgere mentalmente e fisicamente entrambi i genitori). La Barambani finalmente propone di andare a bagnarsi i piedi. La folla famigliare è entusiasta. Seguono 10 minuti di contrattazioni su quanto debbano essere arrotolati i pantaloni, se sopra o sotto il ginocchio, decisione che si rivelerà inutile, visto che il barambino si bagnerà fino al collo (cambio numero 1).
Nelle 5 ore successive sfamano finalmente la maggiore, ricattano il minore perché si alimenti almeno con 20 gr di focaccia, costruiscono una torre di sabbia e giunchi con perimetro di sassi (una cosa molto Vudù…), la barambina perde gli occhiali da sole e costringe la famiglia a cercarli carponi mentre lei fa amabile conversazione con due pescatori, che ha per epicentro il loro affascinante cesto pieno di vermi bianchi. Nel frattempo il barambino ha trovato il petrolio, ma nessuno se ne accorge perché si sa che ai secondi non da retta mai nessuno. A questo punto la madre propone di andare a fare un giro e veste i barambini di tutto punto, ma il padre offre un’ultima pucciata di piedi fra le onde, a quest'ora l'acqua è calda, lui lo sa perché è uomo di mare ("son Genovese, io!"). Ed ecco il motivo del secondo cambio - completo - del barambino.
Ora, tutti in passeggiata con i mezzi: con biciclettina senza pedali, sfrecciando come Ivan Basso in volata valida per la maglia rosa, il piccolo si fa: 7 anche di vecchia sedute in panchina, tre code di cane, un piede di madre incinta che spinge passeggino e un'intera esposizione di borse vendute da senegalese mastodontico. Ma il barambino ha i riccioli biondi e tutti si limitano a dire "è tedesco". I Barambani, figlia compresa, capito subito che può essere una via d'uscita, indossano un sorriso da gonzi e proferiscono un timido "sorry". Ah, l'orgoglio italiano!
È chiaro che nel frattempo, essendo le 18.30, la barambina stia chiedendo di cenare da più di un'ora. Si dirigono infine al ristorante, non prima di notare che il barambino, nonostante durante il giorno abbia chiesto di fare la pipì nei momenti più assurdi e nei luoghi più scomodi, e sia sempre stato accontentato, se l'è fatta addosso (cambio numero tre).
L'idea della cena ringalluzzisce la piccola, mentre il fratellino, svuotata la vescica e rilassato nei suoi abiti puliti, viene preso da un sonno tipo post sbronza e si siede in mezzo alla passeggiata: rilassato e vagamente intontito, non vuole più alzarsi.
Al ristorante la barambina, falsa!, fa strage di cuori. È tutto un "che bella", "che dolce", "ma veramente questo disegno è per me?". Al momento dell'ordinazione, si presenta la classica scena. "Per i bambini faccio delle mini porzioni?" Ma loro non sono bambini, sono barambini: la dolcezza scompare completamente dal volto della seienne per lasciare spazio ad una espressione tipo “Dolly la bambola assassina”.
Si fanno primo, secondo e contorno, ridono fino a farsi uscire le trofie dal naso, poi la barambina chiede di vedere il carrello dei dolci, testuali parole.
La giornata si conclude con un evento singolare. Stanno per caricare in auto entrambi i figli, già impigiamati (quarto e ultimo cambio) e pronti ad addormentarsi in auto per svegliarsi solo il mattino successivo nel loro letto, quando il barambino malcela uno sguardo di pura concentrazione, con gli occhi fissi in quelli del padre. L’adulto, memore di esperienze precedenti, chiede “amore, devi fare la cacca?” Lui, sempre concentratissimo e grave, risponde: “forse”. Forse è nel suo linguaggio avverbio di assoluta certezza. L’assoluta certezza che se la sia già fatta addosso. Il padre lo solleva e si dirige di corsa all’ingesso del ristorante, ma davanti alla porta il barambino, giulivo e innocente, esclama: “non mi scappa più”. Intanto, un odore inequivocabile impesta l’Aurelia, da Cogoleto a Celle Ligure.
Prima di accendere il motore, i due nanetti, uno con abiti di fortuna, sembrano già dormire eppure la piccola ha il tempo di sussurrare tra sé: “sono una bambina molto fortunata”. Roba da squagliarti il cuore.
Gente di mare, gente inadeguata a prescindere, gente che 4 è il numero perfetto.



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