La famiglia Barambani in montagna



Primo giorno della famiglia Barambani in montagna (14 gradi, molto nuvoloso). Posano i bagagli e si muovono dalla locanda alla volta del sentiero. Sono così bardati: Lui - scarpa Hogan in scamosciato grigio, jeans sgualciti che hanno visto il primo concerto dei Metallica in Italia, polo con varie ricuciture, giubbino North Sail perfetto per una domenica in barca a vela. Lei - pantalone cachi effetto "the nel deserto" stretto alla caviglia, felpa dal collo ampio, un paio di scarponi con cui è stata in gita a San Michele con il CAI nel 1989. Il primo pezzo degli scarponi si stacca nell'indossarli. Dopo 100 metri ne ha persi altri tre. La bambina invece è perfetta - scarpa tecnica ma confortevole, leggings imbottito in tinta, felpa con il cappuccio, piumino smanicato. LE NONNE LE HANNO COMPRATO TUTTO IN PREVISIONE DELLA VACANZA. Partono. Lui dice "fra 200 metri, all'inizio del sentiero, c'è un ristoro. Facciamoci fare 2 panini da mangiare a pranzo".
Dopo 8 minuti hanno le gambe sotto il tavolo. Consumano: tomini con confettura di peperoni, zola con passata di pere, frittelle di mele, lasagne al ragù di cinghiale, polenta con salsiccia stufata, strudel, caffe. Alle 15.45 partono. In tre ore coprono 4 kilometri. Doccia e ristorante. Gente da Val d'Aosta! Domani andrà meglio.
Secondo giorno della famiglia Barambani in montagna. Dopo l'abbuffata di ieri che ha causato a tutti e tre notti agitate, lei dice:
"A colazione mangio soltanto i prodotti di produzione propria, per gradire". È tutto di produzione propria: torta di mele, torta di noci, biscotti di mandorle, dolcetti alle pere. Yogurt, frutta. Pane, burro e marmellata. La figlia è decisamente loro perchè si fa 2 panini coppa e fontina. Ora 10.30: dopo aver chiuso e riaperto la stanza 12 volte tra pipì ("per sicurezza, papà!"), sciarpe dimenticate, chiavi dell'auto introvabili, partono. Oggi sono più attrezzati. Cioè vestiti identci a ieri ma con un golfino di cotone nello zainetto. L'unica è la barambina, che indossa nuovi pantaloni hi-tech by nonne: li avesse avuti Ardito Desio, sarebbe andata diversamente... Per tutto il giorno subiscono lo sguardo in varie sfumature, dall'intenerito al fortemente infastidito, dei camminatori veri. Il mattino vanno in un parco faunistico, unica l'oro speranza di vedere un animale "selvatico" durante questa vacanzina. Il pomeriggio provano due diversi sentieri, tutti da lui giudicati inadatti alla barambina (o forse alle Hogan scamosciate...) e quindi abbandonati dopo 200m. Ma alla fine ce la fanno, ridono come scemi tutto il giorno, la piccola si spara 8 km senza fiatare, conoscono Joseph, un pastore ventenne che fa salire la barambina in groppa ad una mucca (racconto perpretatro dalla bipide per ore e a chiunque) e la giornata è magnifica. Perché insieme la giornata è sempre magnifica, anche se l'abito è sbagliato, le scarpe scomode, lo stomaco agitato e un bovino non è esattamente un unicorno alato. Gente da Val d'Aosta! Domani non potrebbe andare meglio.
Terzo giorno della famiglia Barambani in montagna. L'inadeguatezza si manifesta nei primi segnali corporei: un bernoccolo gigante e verdastro, tipo monocorno, caviglie fragili e uno specifico quanto invalidante problema legato al cambio d'aria, che sarà meglio non esplicitare. Consueta colazione da campioni, nonostante l'alimentazione sia la principale causa dei loro guai, e partono. Hanno anche un altra inettitudine, quella alla gestione degli apparecchi tecnologici. Lei ha 2 devices, per nessuno dei quali si è preoccupata di portare un carica batterie (il che spiega perché questo episodio venga relazionato con un giorno di ritardo...). Lui è molto geloso del suo mezzo GB Tim a semestre, quindi l'uso di internet è fuori questione, navigatore compreso. Non importa, tanto lui ha girato il mondo chiedendo informazioni, dice... In sostanza, dopo 20 minuti di tornanti e una costante minaccia di cinetosi infantile, si arrendono e chiedono consiglio a Google maps. Qui succede l'imprevedibile: la coppia ha uno screzio. Premessa: i Barambani non litigano. Mai! Quindi il diverbio si svolge più o meno così. Lei: "Amore, posso farti notare che il navigatore segnala la partenza del sentiero 4km più giù?" Lui: "Tesoro, posso permettermi di ribattere che il sentiero parte da 2000m per arrivare a 2150m e noi siamo ora a 1700m? Dobbiamo salire!" Sì, lui con quel punto esclamativo è stato un po' duro, quindi per evitare di continuare ad usare parole pesanti e scaldare i toni, di comune accordo decidono di piantare la macchina in un parcheggio e prendere il primo sentiero che li conduca alla loro meta, senza guardare né la difficoltà né il dislivello. Già, il dislivello, quei 450m che fanno la differenza tra 1700 e 2150. (In realtà, giunti a sera, i 2 sospettano che la piccola Ardita Desio ci avesse ragionato, ma avesse taciuto sopravvalutando l'efficienza della sua tenuta alpina...) Comunque dopo 4 ore non sono neanche a metà. Si fermano in mezzo al sentiero, 60cm di larghezza senza aperture, in salita, pietraia, per farsi un panino ("farsi" letteralmente, perché hanno il pane e il companatico, ma disgiunti: comodissimo!). Poi ripartono, "camminiamo un'ora e poi decidiamo", dice lei. Dopo 20 metri sono di nuovo fermi, in un posto ancora più scomodo, che confezionano panini, complice un urlo famelico della barambina che ha fatto scappare i camosci anche dalla Valtellina. Il capo clan non ne può più: mentre le femmine si sfamano, va, eroico, in avanscoperta. 18 secondi dopo torna con una convinzione: per oggi più su di così non si va! Gente di montagna, gente da Val d'Aosta. Ma nel "paese mio che stai sulla collina" di avventure così non se ne fanno. E comunque, che la canzonetta italiana ci assista: "Domani è un altro giorno, si vedrà".
Quarto giorno della famiglia Barambani in montagna. Purtroppo il quarto e penultimo giorno non spicca per episodi particolarmente divertenti, semplicemente perchè i Barambani si sono prefissati una meta (la stessa che avevano ciccato il giorno prima) e l'hanno raggiunta. Certo, la barambina per camminare ha preteso continui ed estenuanti ricatti alimentari ("ancora un metro e c'è una mora matura", "dai, sali la scarpatina che ho visto delle caramelle nello zaino del papà") tant'è che ad una stima approssimativa si è calcolato che per ogni 50 kcal consumate, ne abbia ingerite 80. In più, la suddetta creatura è stata soprannominata "la nudista" da un gruppo di turisti sardi per essersi tolta non solo le scarpe, come le era stato consigliato dai Barambani, ma anche pantaloni e mutande, circumnavigando ignuda il Lago d'Arpy, inseguita da lui, purtroppo impacciato nei movimenti a causa dei soliti jeans, ora arrotolati sino al ginocchio stile Sampei (seguiranno foto). La sera si sono fatti 5 pizze in 3. Quando il cameriere ha proposto "alla piccola faccio una baby?", la piccola l'ha guardato severa (ma sospettiamo pensasse un chiaro quanto sincero "ma vaff..."). Gente da Val d'Aosta, gente che "ok la cena tipica, ma una pizza..."
Quinto e ultimo giorno della famiglia Barambani in montagna ovvero il ritorno alla civiltà. Doveva essere il momento più semplice per loro, abituati ai ritmi cittadini. E invece... La giornata inizia con un intoppo, dato che il check out della camera è alle 10 e non alle 11, come lei, con la precisione e l'attenzione ai particolari che la contraddistinguono, aveva letto "da qualche parte". Quindi quando alle 9.30 si svegliano sotto i piumoni, hanno 30 minuti per fare i bagagli (3 valige di abiti rivelatisi completamente inutili), lavarsi, vestirsi e, soprattutto, fare colazione. Il ragazzo fiorentino che rifà le stanze (come sia finito a 1600m in mezzo al nulla è una storia che merita uno spinoff) ha pietà di loro appena li vede sbucare assonnati dalla porta e gli garantisce una mezzora extra. Lei, da buona italiana, si abbuffa di dolce e salato come non mai, manco fosse la sua ultima colazione in assoluto. Riconsegnate le chiavi alle 10.30, ci vogliono altri 45 minuti per far mollare alla barambina un "Indovina chi" arraffato tra la scala quaranta e il domino. La madre gioca, lui guarda. Il ritmo è entusiasmante, a volte persino vertiginoso, ogni singola manche dura dai 15 ai 20 minuti. La Barambina inizia sempre chiedendo "è un poliziotto?". Lei si picca, sempre, di spiegarle che deve fare domande più generiche. Lui fulmina la moglie con lo sguardo, impaziente di porre fine allo strazio. La bambina chiede "ha i capelli gialli?". Lei cerca di spiegarle che si dice biondi e la ruota ricomincia. Finchè lui alla quarta partita non promette ogni sorta di leccornia (a madre e figlia) pur di guadagnare l'uscita. Giungono ad Aosta, "la Roma delle Alpi", diceva il libercolo promozionale. La Busto Garolfo dei Longobardi, la ribattezzano loro. Le attrattive in città non sono molte ma fortuna vuole che la piazza principale sia gremita da una folla di ludomani sulla quarantina, intenti nei più disparati giochi in scatola. Lei guarda con curiosità, lui con fastidio. Alla barambina brillano gli occhi per la gioia. Ma c'è un problema: i giochi sono complicati e i giocatori seri, la presenza di questi due neofiti, per di più accompagnati da questo essere umano particolarmente basso (i veri nerd non sanno cosa siano i bambini), rende la folla nervosa, meglio cercare un'attrazione più adatta a loro. Ed è a questo punto che la barambina vede spiccare nel grigiore del clima il terrore di ogni genitore: un trenino turistico. Inizia un raffinato gioco psicologico tra i Barambani e la figlia per convincerla a desistere. I due sono compatti, ad ogni affermazione della piccola, segue una complessa ed efficace risposta di lui o di lei, in un ritmato e studiatissimo seguirsi di tesi e antitesi. 4 minuti dopo sono tutti seduti composti sull'ultimo vagone: la nana è stata così brava che la madre è quasi inebetita dalla gioia mentre aspetta che la locomotiva faccia ciuf ciuf. Il tour ha 2 caratteristiche per cui vale la pena affrontare la spesa dei 7.50 € a famiglia e che lo rendono diverso da ogni altra cityesperienza. 1- Soltanto per pochi secondi il trenino si dilunga nell'unitile calma del centro storico, per buttarsi invece subito sulla provinciale. Davvero romantico e d'atmosfera, tra distributori e fabbriche dismesse, si sente persino la puzza di cherosene, evocativo direi! 2- Giusto perché i valdostani sono tutti bilingue, la voce narrante dà le sue spiegazioni prima in italiano, poi in francese. Il gallico suona però ESATTAMENTE così (provare per credere!) "A la vostr destr, vu potet ammirer l'arc de Augusto dal nom del imperator que fondè la antique Augusta Pretoria". I barambani ridono talmente forte che un gruppo di toscanacci ubriachi seduti davanti a loro, inizialmente caciaroni come da contratto, alla fine li guarda male. Gente della Val d'Aosta. Gente che non perde un'occasione per essere felice: ovviamente l'anno prossimo si replica, con un 25% di divertimento in più...

Ringraziamenti 
Un grazie speciale va a voi che siete arrivati fin qui. Alle Hogan di lui che hanno resistito, più o meno...
A mio cognato Daniele che gli ha prestato gli scarponi (sì, lui aveva degli scarponi, non li ha indossati per spocchia).
Alla mucca Praga che si è esibita per noi nella più rocambolesca e agile fuga di animale pachidermico che mai avremo occasione di vedere.
Alla farmacista di La Salle.... e non aggiungiamo altro.
Al gatto Balù per l'aver finto di credere che una spiga fosse un topo, mettendo da parte l'ego felino. Al macchinista del trenino di Aosta per aver bigiato tutte le lezioni di francese alle scuole medie. Al barambino, che nonostante tutti gli eccessi materni (camminate, abbuffate, tornanti...) se n'è stato buono buono al suo posto, limitandosi a pensare "Oddio che famiglia di pazzi , ne vedrò delle belle".
Continua....

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